Come rendere una bici più comoda: 6 modifiche a basso costo...

2023-02-05 18:08:36 By : Mr. Jack CUI

Come rendere una bici più comoda? Può sembrare una domanda banale, visto che sul mercato ci sono già tanti modelli (quelli endurance) pensati proprio per garantire più comfort al ciclista. La verità, però, è che molti di noi desiderano pedalare sulle stesse bici dei Pro’, dunque sulle versioni più corsaiole e performanti. Ma, ovviamente, anche più rigide e con un’impostazione più spinta.

Il comfort della bicicletta dipende da tanti fattori, ma tutti possono essere ricondotti a due grandi categorie. La prima è quella relativa all’impostazione in sella, che deve essere adatta alle nostre esigenze e alle nostre possibilità fisiche. Non c’è una regola generale, ma è chiaro che una posizione più corta e alta sullo sterzo, di solito, è più comoda e più sostenibile nel tempo.

La seconda fa riferimento alla capacità del mezzo di assorbire le vibrazioni e le asperità del terreno, fondamentale su strade sconnesse e sulle lunghe distanze. Meno sono le vibrazioni e le botte che arrivano al ciclista, minori saranno i dolori e l’affaticamento, più facile sarà mantenere la performance nel tempo.

In questo articolo ci occuperemo proprio di questa seconda categoria. Più nello specifico lo faremo analizzando alcune piccole (ma importanti) modifiche che possono rendere una bici più comoda con una spesa piuttosto contenuta e quindi alla portata di tutti. Parliamo di bici da strada, ma in linea di massima si tratta di soluzioni valide anche per il gravel.

Per chi invece è interessato al miglioramento dell’impostazione in sella, rimandiamo alla nostra ampia raccolta di articoli dedicati alla biomeccanica.

Partiamo da un intervento a costo zero, ma tra i più efficaci in assoluto. Le gomme rappresentano il punto di contatto tra la bici e il terreno e lavorare sulla pressione può cambiare completamente il feeling con il mezzo.

Se l’impressione è di pedalare su una bici troppo “dura”, provate a ridurre la pressione di qualche decimo di bar e sentite come cambiano le sensazioni. E’ necessario trovare il compromesso ideale tra tenuta, scorrevolezza e assorbimento delle asperità, ma specie in allenamento conviene privilegiare il comfort alle performance. L’unica raccomandazione è di non scendere mai sotto le pressioni minime consigliate dai costruttori e riportate sul fianco della gomma.

Si tratta di un upgrade strettamente correlato al punto precedente e che ne amplifica gli effetti. La struttura della gomma tubeless, infatti, a parità di sezione permette di pedalare a pressioni d’esercizio decisamente inferiori, senza perdere scorrevolezza ed eliminando il rischio di pizzicatura della camera d’aria.

Molti appassionati sono ancora scettici su questo sistema, ma ci capita spesso di alternare bici montate con camera d’aria ad altre allestite con gomme tubeless e vi assicuriamo che la differenza sotto il punto di vista del comfort è davvero enorme.

Quasi tutte le bici moderne sono consegnate con ruote tubeless ready, dunque la spesa riguarda l’acquisto delle gomme (in media almeno 100 euro per una coppia di buona qualità) e qualche decina di euro per liquido sigillante e valvole (a volte già in dotazione con la bicicletta).

Continuiamo a parlare di pneumatici, che come avrete capito rappresentano l’elemento chiave per intervenire sul comfort di una bicicletta. Non è un caso, infatti, che uno degli elementi distintivi di tutti i modelli endurance sia l’ampio passaggio ruota, che consente di montare gomme con sezione particolarmente ampia.

Più si allarga la sezione della gomma, più aumenta la sua capacità di assorbimento delle vibrazioni, visto che si riduce la pressione di gonfiaggio ideale.

E’ chiaro che anche in questo caso è necessario trovare un compromesso. Una gomma molto larga è più comoda, ma meno reattiva e più pesante. Uno pneumatico 700×28 (lo standard più diffuso attualmente) garantisce un ottimo equilibrio, ma chi non bada alle prestazioni e vuole un comfort superiore potrebbe orientarsi anche su un 700×30 o 700×32 (montati di serie su molte bici endurance).

La resa della gomma e il suo livello di comfort è strettamente correlato anche alla larghezza interna del cerchio, ma questo aspetto tira in ballo le ruote, che non sono esattamente un upgrade a basso costo. Se volete saperne di più sulla larghezza interna dei cerchi cliccate QUI.

Oltre alla larghezza c’è un altro elemento (meno noto al grande pubblico) che può influenzare in modo significativo la flessibilità di una gomma e, dunque, la sua capacità di deformarsi e assorbire le asperità del fondo stradale. Stiamo parlando della sua struttura, cioè del numero di TPI, del materiale con cui è realizzato e della presenza o meno di protezioni antiforatura. Semplificando molto, una gomma con un maggior numero di TPI risulterà più comoda, ma se volete approfondire il discorso vi suggeriamo di leggere l’articolo qui sotto:

Cosa sono i TPI di una gomma da bici e come influenzano le prestazioni

Se la gomma è fondamentale in termini di comfort in quanto costituisce il punto di contatto tra bici e terreno, altrettanto si può dire per il nastro manubrio, che rappresenta uno dei punti di contatto tra bici e ciclista.

Si tratta di un oggetto poco costoso e probabilmente per questo (a torto) poco considerato. Tra un nastro e l’altro ci possono essere grosse differenze, in termini di peso, di grip e soprattutto di capacità di smorzare le vibrazioni.

Un “vecchio trucco” per migliorare la capacità di assorbimento è quello di montare il doppio nastro, soluzione ancora molto usata dai Pro’ quando si tratta di preparare la bici per la Roubaix o le altre Classiche del Nord, che però aumenta di tanto il diametro del manubrio, cosa che non a tutti piace.

In alternativa si può optare semplicemente per nastri più imbottiti o in materiali particolari. Alcuni sono nati in modo specifico per il gravel, ma nulla vieta di usarli anche su strada. Un’altra opzione valida è quella di utilizzare degli inserti in gel o altri materiali “assorbenti” da posizionare sotto il nastro, come ad esempio lo Shock Absorber Kit proposto da Selle Italia. Vi assicuriamo che con poca spesa si ottengono risultati notevoli.

Passiamo ad un altro punto di contatto tra ciclista e bicicletta, ossia la sella. Scegliere il modello adatto alle proprie esigenze è una questione molto complicata. Bisogna tenere conto della larghezza delle ossa ischiatiche, ma anche della posizione in bici e della rotazione pelvica.

Una volta trovato il modello adatto alle proprie esigenze, però, si può ragionare anche sulla tipologia di imbottitura e sulla capacità di assorbimento delle vibrazioni. Inserti in gel, in poliuretano o in altri materiali non solo rendono la sella più morbida, ma ne aumentano la capacità di assorbire gli urti provenienti dal terreno, senza che questa diventi “troppo morbida”. Molti marchi identificano queste tipologie di prodotti con la dicitura “Endurance”. Anche le selle con struttura 3D hanno questa capacità, ma sono decisamente più costose.

Sulle bici moderne non sempre è possibile sostituire reggisella e piega manubrio. Inoltre non si tratta di componenti esattamente a buon mercato, soprattutto se ragioniamo su quelli in carbonio e top di gamma.

Tuttavia, laddove fosse possibile intervenire, è importante tenere a mente alcuni aspetti. In linea generale, i componenti in fibra hanno una maggiore capacità di smorzare le vibrazioni rispetto a quelli in alluminio. I reggisella arretrati hanno maggiore flessibilità di quelli a testa dritta e dunque migliorano l’assorbimento delle vibrazioni.

Se si vuole davvero aumentare il comfort bisognerebbe cercare dei prodotti progettati in modo specifico con questo obiettivo, che dunque hanno laminazioni della fibra particolari. Alcuni esempi sono il manubrio Bontrager Isocore, il reggisella Ritchey WCS Carbon Link Flexlogic, il reggisella Roval Terra, ma ce ne sono molti altri.

A nostro avviso, in ogni caso, si può intervenire su questi due componenti per rendere una bici più comoda solo dopo aver già fatto tutte le altre modifiche di cui abbiamo parlato.

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